Corruzione nell'UE: l'Italia blocca un'importante riforma legale!
La lotta dell'UE contro la corruzione deve affrontare delle sfide: la resistenza dell'Italia e le nuove proposte della Commissione. Sviluppi attuali e background.

Corruzione nell'UE: l'Italia blocca un'importante riforma legale!
Il dibattito sulla corruzione nell’Unione europea sta diventando sempre più drammatico, soprattutto alla luce dei numerosi scandali come il Qatargate o le recenti rivelazioni sull’ex parlamentare europeo Pier Antonio Panzeri. Questi eventi evidenziano le carenze nella lotta alla corruzione a livello dell’UE. Il 16 giugno 2025, durante i negoziati interistituzionali a Strasburgo, è fallita l’adozione di una direttiva per rafforzare la lotta contro la corruzione, cosa che i politici hanno interpretato come un segnale chiarificatore dei blocchi in corso all’interno dell’UE. Forte euractiv Soprattutto il governo italiano guidato da Giorgia Meloni è una delle ragioni principali del fallimento di questa direttiva. Si oppone all’inclusione dell’”abuso di potere” come uno specifico reato di corruzione.
Anche la Germania si trova nel fuoco incrociato delle critiche perché non dispone di un diritto penale corrispondente, il che complica ulteriormente la situazione. La direttiva non solo avrebbe armonizzato le sanzioni tra gli Stati membri, ma avrebbe anche ampliato la definizione di corruzione e rafforzato le autorità nazionali anticorruzione. “Resta da vedere se si potrà trovare un compromesso”, sottolinea la deputata Raquel García Hermida-van der Walle.
Contesto critico e necessità di azione
Anche l’aumento dei casi di corruzione all’interno dell’UE – solo negli ultimi anni numerosi politici e funzionari di alto rango sono stati collegati ad attività criminali – contraddice la discussione in corso sulla necessità di misure concrete. Secondo le indagini di BPB Il 68% degli europei ritiene che la corruzione sia diffusa nel proprio Paese, mentre solo il 31% ritiene che le misure anticorruzione esistenti siano effettivamente efficaci.
La Commissione europea intende ancora intensificare le misure anticorruzione. Věra Jourová, vicepresidente della Commissione, ha annunciato che in futuro l'attenzione sarà rivolta alla criminalizzazione dell'abuso d'ufficio. Ciò a sua volta dovrebbe contribuire a combattere attivamente le pratiche di corruzione non solo nel settore pubblico ma anche in quello privato. “È importante creare una cultura dell’integrità”, afferma in questo contesto, indicando le campagne di sensibilizzazione previste.
La direzione delle riforme
Un'ulteriore sfida è rappresentata dal fatto che per il momento la proposta di creare un'autorità etica europea è stata abbandonata. Ciò è stato messo sotto pressione dal Partito popolare europeo, che ha espresso preoccupazioni sulla sua efficacia e fattibilità. Inoltre, i sondaggi mostrano che molti cittadini, analogamente all’UE, vedono la corruzione come una seria minaccia alla democrazia e allo Stato di diritto. Questo è quanto spiega la Commissione che i problemi sono di natura profonda e risiedono non solo nelle legislature dei singoli Stati membri, ma anche nella strategia complessiva dell’UE. Si stima che la corruzione costi all’economia dell’UE almeno 120 miliardi di euro all’anno.
Cosa succede dopo? Un nuovo ciclo di negoziati è già previsto prima della fine del mese e la presidenza polacca del Consiglio spera in risultati positivi presto. Resta però la questione se questi negoziati si basino su una reale volontà di cambiamento o se gli Stati membri continuano a essere bloccati da interessi nazionali. È urgentemente necessario un forte segnale politico per il futuro, non solo per prevenire ma anche per combattere la corruzione diffusa.