Rivoluzione nello spazio: i ricercatori di Brema ottimizzano la produzione di ossigeno!
Gli scienziati dell'Università di Brema stanno sviluppando un metodo innovativo per la produzione di ossigeno nello spazio utilizzando il magnetismo, in modo efficiente e sostenibile.

Rivoluzione nello spazio: i ricercatori di Brema ottimizzano la produzione di ossigeno!
Stanno accadendo molte cose nel panorama della ricerca a Brema: gli scienziati del Centro per la tecnologia spaziale applicata e la microgravità (ZARM) hanno sviluppato un metodo straordinario per la produzione di ossigeno nello spazio. Questa nuova tecnologia potrebbe rivoluzionare il modo in cui conduciamo missioni di lunga durata nello spazio. Ci sono sempre sfide nei viaggi spaziali, soprattutto quando si tratta di produrre ossigeno a gravità zero, che richiede l’uso di sistemi ad alta intensità energetica basati sull’elettrolisi dell’acqua. Gli attuali sistemi a bordo della Stazione Spaziale Internazionale (ISS) sono pesanti, richiedono molta manutenzione e consumano molta energia, il che è tutt'altro che ideale per missioni più lunghe, come riporta Merkur.
Un gruppo di ricerca internazionale, di cui fa parte anche l’Università di Brema, ha raccolto questa sfida. La soluzione? Una tecnologia passiva che utilizza campi magnetici per dirigere le bolle di gas lontano dagli elettrodi, senza la necessità di complicati sistemi di centrifuga. Questi sistemi non solo sono pesanti, ma sono anche molto assetati di energia. Invece, i magneti permanenti disponibili in commercio vengono utilizzati per dirigere le bolle di gas verso i punti di raccolta. La nuova cella di elettrolisi funziona in modo molto più efficiente quando si tratta di produrre idrogeno e ossigeno in assenza di gravità, tanto che l'efficienza è stata aumentata fino al 240%, come spiega Raumfahrer.net.
Un approccio intelligente al problema dello spazio
L'idea di base viene da Álvaro Romero-Calvo del Georgia Institute of Technology, che ha effettuato le prime simulazioni nel 2022. Ricercatori come Ömer Akay della ZARM hanno poi sviluppato ulteriormente le tecniche e creato speciali configurazioni sperimentali nella torre di caduta di Brema per testare i metodi. Gli scienziati hanno identificato due approcci principali: da un lato, l’acqua mostra una reazione naturale ai campi magnetici e, dall’altro, l’interazione dei campi magnetici e delle correnti elettriche crea un movimento rotatorio nel liquido. Questi risultati sono stati recentemente pubblicati sulla rivista Nature Chemistry, conferendo alla ricerca un più ampio riconoscimento, come riportato da Uni Bremen.
La nuova tecnologia potrebbe non solo contribuire a migliorare la produzione di ossigeno a bordo della ISS, ma anche gettare le basi per future missioni di lunga durata su Marte o addirittura sulla Luna. Esistono già conoscenze sulla produzione di ossigeno utilizzando le risorse locali su questi corpi celesti. Il prossimo passo per i ricercatori sarà quello di condurre test sui razzi sonda per testare ulteriormente l'efficienza e l'affidabilità dei sistemi sviluppati. Con il sostegno del Centro aerospaziale tedesco (DLR), dell’Agenzia spaziale europea (ESA) e della NASA, questo potrebbe essere un momento entusiasmante per la ricerca spaziale in Germania.
