Rostock di fronte a un dilemma: deforestazione per l'energia eolica o perdita di posti di lavoro?
EEW prevede di espandere le proprie aree di produzione di energia eolica offshore a Rostock. Gli ambientalisti protestano contro la deforestazione di una foresta.

Rostock di fronte a un dilemma: deforestazione per l'energia eolica o perdita di posti di lavoro?
Rostock si trova di fronte a una decisione rivoluzionaria che potrebbe riguardare non solo la città, ma l’intera regione. EEW, uno dei principali fornitori del settore dell'energia eolica, prevede di espandere le proprie aree di produzione nella città anseatica. Nell'ambito di questo progetto verrà abbattuto un'antica foresta di quasi 15 ettari che ha già riscaldato gli animi degli ambientalisti. Secondo l'Ostsee-Zeitung un “no” all'approvazione non è considerato un'opzione poiché avrebbe un impatto enorme sulla creazione e sulla sicurezza dei posti di lavoro. L’importanza di questa approvazione diventa chiara se si considera che EEW paga ogni anno milioni di tasse commerciali a Rostock e che l’espansione è cruciale per garantire 1.000 posti di lavoro.
Ma queste non sono le uniche novità da Rostock. Mentre la città fatica a ottenere l'approvazione per l'espansione dell'EEW, è stato firmato anche un nuovo contratto per la costruzione di un parco eolico offshore. Dal 2028 si prevede che il parco eolico, noto come “Gennaker”, fornirà energia a oltre un milione di famiglie. EEW, in quanto affidabile produttore di tubi in acciaio, contribuirà con 63 fondazioni in acciaio per le turbine eoliche. Il progetto non solo rappresenta un passo significativo verso le energie rinnovabili, ma garantisce anche oltre 1.000 posti di lavoro per diversi anni, rafforzando ulteriormente la stabilità economica nell'area di Rostock, come riferisce NDR.
Tutela dell’ambiente vs. necessità economica
Tuttavia, la questione della tutela dell’ambiente rimane un ambito delicato. La conservazione della natura si contrappone agli interessi economici, mentre i decisori si trovano ad affrontare la difficile scelta di cosa dare priorità. La possibilità di creare nuovi posti di lavoro e prosperità attraverso l’espansione del MER contrasta con le preoccupazioni degli ambientalisti che chiedono la preservazione delle foreste. Questa foresta non solo ospita una varietà di specie animali, ma svolge anche un ruolo importante nell'ecosistema urbano.
Il governo federale ha obiettivi chiari: l'espansione dell'energia eolica in mare dovrebbe aumentare a 30 gigawatt entro il 2030 e a 70 gigawatt entro il 2045, secondo un'analisi dei porti marittimi tedeschi. Il raggiungimento di questi obiettivi ambiziosi richiederà una crescita significativa nei mercati offshore. Di conseguenza, la creazione di capacità aggiuntiva nei porti marittimi tedeschi è essenziale per garantire una logistica fluida e la costruzione delle turbine eoliche necessarie.
Le sfide del futuro
L’espansione dell’energia eolica offshore richiede non solo spazio aggiuntivo per la logistica pesante, ma anche massicci investimenti nelle infrastrutture dei porti marittimi. Secondo gli esperti, nei prossimi anni potrebbero essere necessarie fino a 7.000 nuove turbine eoliche offshore, ciascuna alta oltre 300 metri e pesante più di 2.500 tonnellate. Alla luce di queste sfide, il progetto di EEW è tanto più importante, perché solo con una solida base di capacità produttive e posti di lavoro la sede di Rostock rimarrà competitiva sul mercato offshore tedesco.
I prossimi mesi saranno cruciali per il modo in cui Rostock stabilirà il suo percorso per il futuro. La città cederà alle pressioni e concederà il permesso per l’espansione del EEW? Oppure metterà al primo posto la tutela dell’ambiente? È chiaro che qui non si prende solo una decisione economica, ma devono anche essere gettate le basi per lo sviluppo economico ed ecologico della regione. L’apparente dilemma richiede un approccio intelligente e coordinato sia per promuovere la ripresa economica che per proteggere l’ambiente.
In ogni caso si può dire: Rostock è sulla strada giusta per diventare un importante polo per le energie rinnovabili se tutti i soggetti coinvolti sono disposti a collaborare e trovare soluzioni comuni. E quindi la parola “no” – a quanto pare – difficilmente potrà avere un ruolo in questa discussione.