I sindacati chiedono la pace: nessun riarmo per la Germania!
I sindacalisti tedeschi chiedono la pace e criticano i piani di armamento alla conferenza di Salzgitter del 12 luglio 2025.

I sindacati chiedono la pace: nessun riarmo per la Germania!
Al convegno sindacale “Vinci la pace, non la guerra!” A Salzgitter, avvenuta l'11 e il 12 luglio, è stato lanciato un chiaro segnale contro il rafforzamento militare. Oltre 225 sindacalisti e circa 1.000 altri partecipanti hanno seguito l'evento in live streaming. Alla conferenza è stata organizzata dalla Rosa-Luxemburg-Stiftung insieme all'IG Metall Salzgitter-Peine, alla quale erano presenti anche noti rappresentanti dei sindacati belgi, nonché membri del Bundestag e del Parlamento europeo. L'apertura di Ulrike Eifler ha chiarito che i sindacati devono essere parte attiva del movimento per la pace.
Matthias Wilhelm, il primo rappresentante dell'IG Metall Salzgitter-Peine, criticò aspramente il finanziamento degli armamenti e descrisse la situazione in Palestina come un genocidio. Ha chiarito che una politica degli armamenti basata sul partenariato sociale non è possibile e ha fatto riferimento a una richiesta contro il riarmo a partire dal 2022. Dierk Hirschel, capo economista di ver.di, nella sua analisi ha sottolineato che i 100 miliardi di euro del fondo speciale sono in gran parte affluiti alle grandi aziende produttrici di armi. Secondo Hirschel, investire tali soldi in progetti militari danneggia l’infrastruttura sociale della Germania e a lungo termine è improduttivo.
Le richieste dei sindacati
La conferenza è stata anche un luogo di riflessione sulla crescente militarizzazione, in particolare nel settore dell'istruzione. Un gruppo di giovani ha discusso gli effetti della propaganda bellica nelle scuole e nelle università. Si è parlato anche della resistenza dei giovani migranti per la libertà della Palestina, rappresentata da Yusuf As della Gioventù DIDF. Ciò dimostra che il movimento per la pace è diviso, con punti di vista diversi tra le generazioni più giovani e quelle più anziane. L’appello comune era chiaro: la pace può essere raggiunta solo attraverso la resistenza ai tagli sociali, ai tagli ai posti di lavoro, alla militarizzazione e alla guerra.
Parallelamente a questi sviluppi, un’ampia alleanza di sindacati chiede che venga fermata la politica di massicci investimenti in armi di cui si sta discutendo in Germania e nell’UE. Questa pianificazione di un programma di armamento che dovrebbe costare centinaia di miliardi di euro è vista come una preparazione alla guerra. Il ripristino del servizio militare obbligatorio mira anche ad attirare personale nelle forze armate. I promotori si concentrano invece sulla capacità di realizzare la pace e sostengono maggiori investimenti in settori civili come l’istruzione e la sanità. Queste aree potrebbero non solo migliorare la qualità della vita, ma anche creare più posti di lavoro, il che allevierebbe efficacemente la pressione sul mercato del lavoro.
Un nuovo ordine di pace
Anche la Federazione tedesca dei sindacati (DGB) è coinvolta attivamente e chiede un ordine di pace e sicurezza basato sui principi delle Nazioni Unite. Ciò consentirebbe di risolvere i conflitti attraverso la diplomazia e la prevenzione delle crisi. Dopotutto, nel 2025 si prevede un numero record di conflitti armati in tutto il mondo, con perdite umane devastanti.
La DGB ritiene essenziale che l'aumento della spesa per la difesa non avvenga a scapito del bilancio sociale o dell'istruzione e della ricerca. Il denaro dello Stato dovrebbe sempre servire al benessere delle persone e non a scopi militari. Ecco perché è necessario un impegno concreto a favore dei valori fondamentali della democrazia liberale e dell’economia sociale di mercato. La politica internazionale, caratterizzata dalla competizione tra le grandi potenze, richiede un ripensamento che metta al centro la convivenza pacifica.
Nel complesso, la conferenza dei sindacati dimostra che nei sindacati si sta verificando un nuovo inizio, il che segnala coraggio e determinazione in tempi di riarmo. Pace e giustizia sociale devono andare di pari passo. I sindacati hanno la parola ed è tempo che i politici ascoltino.
Per ulteriori informazioni sull'argomento, consultare Yeni Hayat, Sindacati contro gli armamenti e il DGB.